Review
Extra Medium Pony
11868
2013 Exit Stencil Recordings
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Tutto inizia nel 2010, quasi inaspettatamente. Il cantante, chitarrista e compositore Rick Spitalsky (già noto nella scena indipendente di Cleveland per aver suonato con, Nicholas Megalis, Herzog, Afternoon Naps e Dreadful Yawns ) pubblica un EP intitolato “Middle Pony”. Un semplice esperimento solista, un progetto parallelo di sette tracce scritto durante una pausa invernale dalla sua ultima band. L’EP diviene in poco tempo una hit locale tanto da costringere Rick ad assodare due amici, Jimmy Frysinger (batteria) eBen Gmetro (basso) per poter riproporre le sue canzoni anche dal vivo.
Così, in meno di un mese, gli Extra Music Pony (nome che trae inspirazione durante un delirante viaggio del gruppo verso Minneapolis) sono formati e pronti a cominciare il loro tour. Sull’onda di questo positivo esordio, esattamente due anni dopo esce l’album di debutto ”11868”. L’album, inizialmente autoprodotto, calamita subito le attenzioni di Rolling Stone e successivamente anche quelle della Exit Stencil Recordings etichetta indipendente di Cleveland costretta immediatamente alla ristampa di quest’ultimo causa esaurimento copie. Un’ escalation continua ed inaspettata che porta attualmente la band ad essere tra le più fruite nelle college radio statunitensi arrivando oltretutto ad occupare i piani alti delle chart di CMJ (nota compagnia di promozione newyorkese trampolino di lancio per i migliori nuovi talenti nel panorama musicale mondiale).
Le 18 tracce, della durata media di due minuti l’una, entrano in testa al primo ascolto, pura scarica adrenalinica. Chitarre pulite e veloci unite ad una ritmica incalzante, figlie quasi di un minimalismo post-punk, permettono di non generare mai dei cali di attenzione durante l’esecuzione di tutto l’album. Un’energia sprigionata che va fortemente a stridere con la cupezza, il cinismo, la frustrazione ed il risentimento espressi nelle liriche. Ogni singolo brano trae infatti ispirazione dalle recenti difficoltà relazionali e conseguente rottura dei rapporti di Rick Spitalsky con l’ex fidanzata, a cominciare proprio dal singolare nome dell’album, nient’altro che il numero di appartamento in cui convivevano. Testi in cui emerge tutta l’abilità di scrittura dell’artista riconosciuta ed apprezzata anche da Rolling Stones che ha definito “11868” il miglior album sulla fine di una relazione del decennio, affermazione di base molto goliardica ma che ha comunque generato forte eco attorno alla band. Le sonorità appartengono ad un indie rock di matrice prettamente anni 90. Si parte con You and Me ed Eve ballate in stile lo-fi che riportano subito alla mente band come Pavement o Sebadoh, si prosegue con brani che rimandano ad un grunge “nirvaniano” come Sunflower o Settle Downaffiancati da cenni di noise rock stile Pixies con Junk Yard o un alt-rock dalle venature pop presenti in You Sleep e Lucky. Il resto dell’album è prettamente indie pop con pezzi dal forte appeal radiofonico e ritornelli facilmente orecchiabili come Sea Glass, It Don’t Feel Right, I’m So Bored o Falling Apart. Per concludere, “11868” è un album fresco e dal facile ascolto che non farà sicuramente gridare al miracolo, ma che tutto sommato, grazie all’abilità compositiva di Spitalsky, si presenta ben strutturato e dal forte impatto sonoro.
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