martedì 29 ottobre 2013

Live Report


Calibro 35 “Traditori di tutti” Release Party @ Santeria, Milano 20/10/2013




Sotto il cielo cupo di una uggiosa domenica milanese, in un’atmosfera degna del miglior romanzo noir, mi dirigo verso la Santeria, location scelta dai Calibro 35 per presentare il nuovo progetto discografico Traditori di tutti (in uscita il 21 ottobre per l’etichetta Record Kicks) e promuovere il nuovo tour che, oltre alle date italiane, li vedrà protagonisti in diverse tappe europee. Il programma dell’evento è in perfetto stile Calibro, a cominciare dalla locandina dell’evento, sublime citazione al film Banditi a Milano dell’immenso Carlo Lizzani (drammaticamente scomparso lo scorso 5 ottobre). Si parte alle 16:30 con la proiezione di Milano Calibro 9, cult movie firmato Fernando di Leo (omaggiato dagli stessa band nel videoclip del nuovo singolo Giulia Mon Amour ) si prosegue con lo show case della band per poi concludere la giornata con un djset funk/soul curato dallo staff della Record Kicks.
Una volta arrivati ci si rende immediatamente conto dell’esigua capienza del posto rispetto all’elevato numero di persone accorse, gli stessi Calibro nei ringraziamenti sui social successivi al release party, si scuseranno con chi non sarà riuscito ad entrare, a causa di un livello di affluenza letteralmente sottovalutato.
Così, verso le 19:00, in un ambiente, come dire, molto intimo (per mancanza di spazio) e caldo (per mancanza di ossigeno), Enrico Gabrielli, Massimo Martellotta, Luca Cavina, Fabio Rondanini fanno il loro ingresso tra i forti applausi dei presenti. Qualche accenno introduttivo di Enrico ed inizia con Prologo uno show case che riproporrà dal vivo dieci delle dodici tracce presenti in Traditori di tutti.
Il groove travolgente emesso dalla band milanese fa immediatamente dimenticare ogni difficoltà respiratoria o di equilibrio tra il numeroso pubblico in sala. L’atmosfera è distesa, la band si diverte e fa divertire tutti raccontando , tra una sessione e l’altra, con sottile umorismo e numerosi aneddoti, la creazione del progetto Traditori di tutti, un album che trova la sua genesi direttamente tra le righe dell’omonimo libro di Scerbanenco, l’unico della quadrilogia di Duca Lamberti a non essere stato riadattato cinematograficamente.
Proprio da questo dettaglio nasce l’esigenza della band di creare un vestito sonoro ad un romanzo noir tra i migliori dell’autore di origine ucraina. Più che di concept album, si potrebbe parlare di una library con pezzi che traggono spunto direttamente dagli episodi presenti nel romanzo, interpretabili e riadattabili anche per qualsiasi altro contesto. Come ironicamente ci spiega Enrico: “Giulia Mon Amour  nasce per una scena che prevede un inseguimento notturno per le vie del centro ma ascoltandola potrebbe tranquillamente essere utilizzata in una scena di squartamento”, come dargli torto. Lo show case prosegue con Traitors, You Filthy Bastards!,One Hundred Guests, Two Pills in the Pocket. Sonorità funk, jazz, fusion si propagano rapidamente nella piccola sala arrivando spesso a toccare derive prog , fuzz o psych, grazie anche all’innesto di nuove strumentazioni come mellotron, l’organo Philicorda e dulcitone che vanno a completare gli arrangiamenti dei dodici brani tutti inediti presenti nel disco. Con Traditori di Tutti viene a consolidarsi quel processo di maturazione già innescatosi nella soundtrack di Said , dove i differenti tratti stilistici compositivi della band , dall’ala funk-based a quella più legata al free jazz o all’improvvisazione, si fondono quasi naturalmente trovando nuovi assetti e molteplici sfumature in nuove composizioni che riescono a spaziare dalla giocosità del pezzo beat o freak-beat più ballabile alle ricadute acide di brani dalle sessioni ritmiche al cardiopalma chiamati a far da cornice ad efferati omicidi compiuti in una Milano criminale,nei pressi del Naviglio Pavese dove, ironia della sorte, ha  sede lo studio di registrazione di Tommaso Colliva (produzione Muse, Afterhours). Sarà proprio lui l’ultimo ad intervenire raccontandoci le motivazioni che l’hanno spinto a voler registrare i Calibro proprio nel suo piccolo studio per la prima volta dopo anni di collaborazione: “la sfida é nata dopo aver visitato lo studio della Dapton Records a New York ed era letteralmente piccolo quanto il mio. Mi son detto cavolo, se gente come Sharon Jones ed Amy Winehouse è riuscita a far nascere dischi del genere da uno studio così piccolo allora dobbiamo farcela anche noi”. Poi conclude: “E’ stato molto buffo perché per andare a spostare un solo cavo ci pestavamo letteralmente i piedi l’uno con l’altro, abbiamo dovuto spostare il pianoforte nell’altra stanza per starci tutti, devo dire che è stato molto divertente”. Lo show case si conclude con Stainless Steel, forse il brano più riuscito dell’ album per intensità, potenza d’impatto e quel giro distorto di basso che tanto ricorda le cruente contaminazioni funk/alt-rock targate RATM.
Show case terminato, la Santeria si svuota lentamente, giusto il tempo per due chiacchiere dei presenti con la band e qualche disco autografato. Tante ritrovate certezze ed una fondamentale novità,  i Calibro 35 con quest’ultima opera voltano definitivamente le spalle a chi attendeva l’ennesimo album tributo alla grande tradizione del poliziottesco italiano. Tradiscono si, ma lo fanno nel più dolce dei modi.


SETLIST
Prologo
Giulia mon amour
Traitors
You, filthy bastards!
One hundred guests
Two pills in the pocket
Mescaline
Vendetta           
The butchers’s bride
ENCORE